Verdi – L’invenzione del vero

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Verdi – L’invenzione del vero2018-12-23T19:14:21+00:00

Project Description

In occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, l’Istituto della Enciclopedia Italiana celebra l’evento con un’ opera prestigiosa e di eccezionale impatto visivo.
Dopo il volume Immagini dell’Italia unita, e dopo il volume Il Conclave di papa Francesco, donato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al nuovo pontefice, Treccani dà alle stampe un’opera evocativa dedicata a un personaggio che non cessa di affascinare i musicologi, i sociologi, i musicisti, i registi e ancor di più il pubblico, un pubblico distribuito su otto generazioni, capace di sentire l’emozione di brani e passaggi drammatici e di trovarvi significati imprevisti (Alberto Melloni).

Nato durante il regime napoleonico, Verdi vide tutto ciò che né Bellini, né Rossini, né Donizetti avevano potuto conoscere. Negli ultimi trent’anni della sua vita, l’Italia divenne una seppur modesta potenza coloniale, si alleò con l’Austria e con la nuova Germania, accolse l’istruzione elementare obbligatoria e gratuita; fu percorsa dal fenomeno irredentistico, premessa alla Prima guerra mondiale; si avviò verso l’industrializzazione che più tardi avrebbe radicalmente trasformato la società e il territorio. Nell’ultimo decennio della vita di Verdi la scienza e la tecnica produssero novità fino a poco prima impensabili: l’automobile, l’aeroplano, il cinematografo, il fonografo, la telegrafia senza fili da cui si sarebbe sviluppata la radio. La telefonia e l’illuminazione elettrica, già nate da qualche tempo, si estesero sempre più all’uso privato. In Europa, negli anni Novanta del 19° secolo, stavano nascendo nuove scuole letterarie e si rivelavano nuovi scrittori destinati a connotare di sé il secolo venturo: Thomas Mann, Marcel Proust, James Joyce, Hugo von Hofmannsthal, Rainer Maria Rilke, Italo Svevo, Luigi Pirandello. Artisti come Edvard Munch, Gustav Klimt, Claude Debussy, Igor Stravinskij, nell’arco della propria vita creativa, incrociarono l’estrema senilità dell’autore di Nabucco, e ciò rende il senso della relatività del tempo. Anche la pura e semplice cronologia offre all’esistenza di questo artista della musica e del teatro un segnale simbolico: la vita di Verdi si addentrò, per alcuni giorni, nel 20° secolo.
L’opera che Treccani dedica al grande Maestro offre quindi una preziosa testimonianza dell’Italia, della sua storia, della sua arte e della sua cultura a cavallo tra due secoli

Grandi contributi e un’eccezionale iconografia per celebrare l’importanza di Verdi nella cultura e nella storia 

Verdi. L’invenzione del vero, è dedicato allo spessore dell’uomo Verdi, alla sua opera e all’impatto che ha generato ai livelli più diversi della cultura e della società nazionale e internazionale.
Immagini di vita e di lavoro evocate attraverso i luoghi e le opere, nel clima che le ha ispirate: Le Roncole e il mondo della sua formazione, gli ambienti e le città nei quali Verdi è stato protagonista, dal Teatro alla Scala dei suoi esordi clamorosi ai salotti milanesi degli incontri determinanti (da Manzoni a Hayez, la cui pittura storica tanto ha influenzato l’immaginifica fantasia del compositore); il suo impegno politico e quello sociale (da cui è nato, ultimo di una lunga serie che ha caratterizzato per tutta la sua vita, il gesto generoso della Casa di riposo per musicisti); i riferimenti a tutte le sue opere e ai preziosi documenti che consentono di conoscere, anche visivamente, le prime esecuzioni o la prassi delle rappresentazioni teatrali lungo tutto l’Ottocento. E poi il caleidoscopico susseguirsi di istanti emozionanti che fissano la grande tradizione vocale dell’intero Novecento e che giungono fino al 2013, assieme alle immagini più significative (e talora provocatorie) della moderna messa in scena, attraverso gli occhi di almeno due generazioni di registi capaci di ripensare il teatro verdiano come qualcosa di vivissimo e attuale.
Uno straordinario volume con 350 immagini, corredato di saggi e di contributi a cura dei più grandi esperti verdiani, a partire dalla premessa del Maestro Riccardo Muti, e poi da Philip Gossett, Roger Parker, Stefano Ragni, solo per citarne alcuni. Inoltre l’opera si arricchisce della ristampa della voce Giuseppe Verdi di Ildebrando Pizzetti, tratta dalla Grande Enciclopedia, e della memorabile lezione del 1951 nella quale il grande musicologo Massimo Mila definisce Verdi “il padre” degli italiani.
Il “cigno di Busseto” è un personaggio riconosciuto su scala mondiale, si sublima nelle “millelire” e in tutto il mondo tra una foto Alinari e un ritratto di Giovanni Boldini, e si trasforma in un’icona che tanto piace al cinema, si pensi a Novecentodi Bernardo Bertolucci, a Senso e a Il gattopardo di Luchino Visconti, ad Amici mieidi Mario Monicelli, a La notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani, a Fitzcarraldo di Werner Herzog, per finire con Quartet di Dustin Hoffman.
Le immagini di Verdi si moltiplicano e riproducono, rendendo il Maestro molto più che popolare, perché tutti riconoscono e memorizzano arie e cori e ne hanno un’idea drammaturgica e musicale. (Alberto Melloni)
Oggi il bicentenario verdiano ha richiamato l’attenzione di Treccani sull’iconografiae sui saggi di grandi studiosi e testimoni della pagina verdiana che arricchiscono l’opera con le loro riflessioni.
In questo splendido volume il lettore troverà traccia di come Verdi si sia offerto alla posa della prima fotografia, di come il suo teatro si sia impresso dagli acquerellialle riprese cinematografiche, un modo unico di misurare e rappresentare la varietà e la profondità di analisi necessaria per capire Verdi da ogni prospettiva.

CARATTERISTICHE DELL’OPERA

Edizione numerata in 1499 copie
1 volume formato cm 31,2 x 33,8
Volume rilegato con pelle in vacchetta conciata in fossa della Conceria 800
Cofanetto nella stessa pelle del volume
Carta Scheufelen, stampa a quattro colori con retino stocastico
350 immagini
840 pagine complessive
Presentazione a cura di Massimo Bray, Ministro per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo
Prefazione di Riccardo Muti
“La traviata” di Francesco Maria Piave

Il volume Verdi. L’invenzione del vero è accompagnato dal libretto d’opera La traviata di Francesco Maria Piave. Il libretto che è stato individuato nel lavoro di ricerca sul volume verdiano, presenta alcune note autografe di regia vergate dallo stesso collaboratore di Verdi, ed è stato riprodotto in facsimile da Treccani, per gentile concessione dell’Archivio Storico Ricordi.

Il facsimile e il volume sono stati donati al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 7 dicembre a Milano, presso il Teatro alla Scala, in occasione della rappresentazione de La traviata che ha chiuso le celebrazioni di quest’anno, come ottavo titolo verdiano, e ha aperto la nuova stagione.

l’Opera non è più disponibile perché esaurita

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